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Mag

Diario di una farmacista empatica durante una pandemia

La prima regola per mettere a proprio agio un cliente (che in farmacia è quasi sempre un paziente, con tutte le conseguenze del caso) è SORRIDERE: il sorriso è una delle prime cose che crea una relazione con chi ti sta di fronte.
Ma in periodo di pandemia, ditemi voi come si fa a sorridere dietro una mascherina, calda, appiccicosa, che ti solletica e a volte ti punge?!
E allora provi a fare una battuta, che però il paziente poco paziente non afferra. Ti guarda interrogativo e si chiede se sei da TSO oppure stai solo cercando di fare la simpatica per vendere i fermenti lattici. Parli del virus, gli racconti che tutto andrà bene, che se rispettiamo la distanza e le norme di sicurezza ci riprenderemo e ci salveremo. Che i figli troveranno lavoro. Che il ristorante della vicina riaprirà e si rialzerà, come solo noi italiani sappiamo fare nei momenti di crisi. Che l’amico di infanzia è chiuso in casa ma al sicuro, non c’ha più l’età per andare girando.
Poi arriva la vecchietta napoletana, che ti saluta da fuori con il suo bel foulard a mò di mascherina, che ti manda tanti baci da lontano e ti dice “Dottorè, vi penso come una nipote!!!”

E riprendi a passare ricette, a preparare i farmaci per le consegne a domicilio, a metter via casse, ad asciugarti la fronte che un pò ti fa freddo e un po’ ti fa caldo, poi però buchi i guanti con le unghie lunghe e mannaggia alla miseria potevo accorciarle. Ti trucchi a metà, tanto sotto la mascherina non si vede se hai il fondotinta solo fino alle guance. Solo le ciglia sono in ordine, così il capo può imitarti mentre sbatti gli occhioni e prenderti in giro. E ripensi a quel rossetto della Clarins che volevi provare (“Melà oggi non hai comprato niente? Strano!”) perchè noi farmaciste amiamo testare i nostri prodotti prima di consigliarli alle clienti.
E guardi con malcelata nostalgia tutto il reparto dermocosmetico, tutte le novità per l’estate, che aspettano impolverate che qualcuno le scelga per arrivare con il culo sodo alla prova costume.
Ma continui a sorridere sotto questo DPI che ti protegge dal virus malefico.

Poi arriva il momento in cui torni a casa. Levi la mascherina, la appallottoli e la butti con violenza cercando di fare canestro da lontano. Sei sola, single, triste, prima della pandemia avevi una relazione importante che è andata a rotoli, come il mondo in questo momento, pensi che non ci sia niente per cui essere felici ed insieme alla mascherina butti anche il tuo entusiasmo e la voglia di sorridere.
Poi ti accorgi, con il passare della quarantena e dei giorni, che forse qualcosa di bello c’è.
Un nuovo amore, un nuovo amico, un messaggio che ti fa sorridere, la nonna che impara a fare le videochiamate, la multichat con i cugini su skype, Claudia che mangia la banana cotta, Matteo che va in bici, l’ennesimo rossetto che chissà quando indosserai, una vacanza a Napoli da programmare, un sogno che ti ricorda il mare, il profumo della pizza, i dolci dei colleghi, l’idea che a pasquetta ci sarà il sole e la passerai in giardino, ma sempremeglio che passarla al Mc Donald come l’anno scorso.

E niente, dietro la mascherina sto sorridendo ancora.
Domani si ricomincia.

Melania Milanese, Farmacia Sorace Maresca
Castel Maggiore